Il parco giochi delle biglie

È proprio in giorni come questi che rifletto e arrivo al punto. 
Proprio come la pallina che dopo aver compiuto tutto il suo lungo percorso tortuoso arriva a destinazione e fa quel rumore, sordo.

Un tonfo in una forma che era conoscibile all’inizio e man mano diventava sempre più la sua.

Il percorso che compie la pallina quando viene inserita in questo aggeggio segue la forza di gravità eppure è pieno di curve, tornanti.
È un Cammino di Santiago in cui chiedersi "continuo?" ad ogni singola tappa.
Ogni curva è un punto in cui la fatica si sente, la pelle si piega e fa male. In cui sbatti contro la parete perché tu, pallina, hai preso velocità.

Come quei momenti in cui lo spettatore ha quasi paura che la serie tv si concluda con quella puntata, quella in cui lei non dice o lui non fa, in cui loro non si incontrano.
Sono quei momenti in cui da spettatore esterno hai capito come andrà e vuoi ugualmente vederlo, casi in cui non vuoi che tutto finisca perché ormai ne sei parte anche tu e vuoi sentire quel rumore sordo.


Eppure la pallina continua il suo per-corso.
E mentre lo per-corre accade che incredibilmente si percepisce, sì.
Proprio lì capisce sé e dove sta andando.

Lungo quella strada si conosce e riconosce ancor di più il luogo da cui parte e verso cui va.
Si svela come l’ombra che lascia il posto alla luce lentamente, gradualmente, sorprendentemente.


La pallina all’inizio si è solo lanciata lungo una strada.
Ha stabilito un punto di arrivo ed è andata.
Si è buttata, come coloro che si lanciano con il paracadute: calcolano il calcolabile eppure dopo, semplicemente, si lanciano.
È incredibile perché poco prima del lancio non pensi che ti potrà essere utile per altri motivi, pensi solo che ti porterà unicamente dove vuoi arrivare.

E invece la pallina si scopre, scopre il suo essere sferica, scopre il rumore che fa quando si scontra con le pareti delle curve, scopre che significa concretamente seguire la curva.

Scopre sé e scopre il per-corso proprio mentre lo per-corre.


È una delle banalità più stupefacenti che esistano. E quel rumore, sordo, è una delle melodie più belle che si possano ascoltare nel parco giochi della vita.

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