Chi sei?

Chi sei? 
Spesso sento frasi come "sei ciò che mangi" o "sei le parole che dici" o ancora "sei ciò che fai".
Le ho sempre apprezzate proprio per lo slancio motivazionale con cui un uomo metropolitano ha giocato: sono certa abbia messo un mucchietto di parole a caso e le abbia sussurrate all'orecchio del conoscente che è rinomato non si sappia tenere un cecio in bocca.
Eppure nei vari ragionamenti di questa giornata cerco incommensurabilmente risposta una domanda di identità e personalità e definizione.

Chi sei?
Come è definibile l'identità?

La definizione di qualcosa o qualcuno avviene sempre rispetto a qualcun'altro o qualcos'altro, rispetto ad un soggetto oggetto preso come unità di misura, a cui accostare il prodotto così da classificarlo.
Pertanto mi chiedo rispetto a cosa sia definibile l'identità. E, ad esempio, quanto di essa sia definibile rispetto a ciò che si vuole. Cioè siamo ciò che vogliamo?
Se lo fossimo, vivremmo un teatro di vita con innumerevoli ruoli tristi e divertenti in cui impersonificheremmo tutti senza essere alcuno. Abilità innata.
Se lo fossimo, staremmo dietro a voglie che in quanto tali mutano alla velocità della luce: vuoi qualcosa, fai di tutto per averla e non appena la possiedi la tua attenzione si sposta su altro. Sarai una nuova persona protagonista dello stesso racconto.

Quindi non è la voglia. Allora rispetto a cosa è definibile l'identità? 
Ad esempio potremmo essere il professionismo che desideriamo? il ruolo familiare che agognamo? il personaggio cartoon in cui ci rivediamo?
Può l'identità essere definibile in questo modo? 

Chi sei? 
Pensaci. 
Modigliani, Ritratti di Jeanne Hébuterne
Per rispondere a questa domanda la prima cosa che faresti è dire il tuo nome e cognome, poi mi diresti cosa fai nella vita e se hai famiglia e figli. Solo in fondo che tipo di temperamento pensi di avere. Quindi chi sei? 
Il lavoro cambia ogni cinque anni circa, la famiglia spesso si sfascia e i figli crescono nonostante i genitori. Quindi chi sei? Rispetto a cosa sei?
Non si può avere una identità camaleontica, non è realistico pensare di essere personaggi differenti dentro lo stesso corpo. 
O quanto meno preferisco credere che la risposta arrivi, tra un cambio di scena e un altro, tra un sorriso e una corsa. Preferisco pensare che l'io cresca seguendo un binario che si svela alla nascita e attira a sè pezzettini di vita mentre cresce.
Non so come sia definibile l'identità, so solo che trovata la risposta a questa domanda questa puntata del telefilm della vita sarà certamente più divertente.


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