E tu chi sei? Ostacolo o Occasione

Che tipo di persone siamo?
Cosa desideriamo in fondo?
Ciascuno di noi ha un obiettivo, un pensiero fisso, qualcosa che vuole raggiungere e spesso non fa i conti con il percorso che dovrà intraprendere per raggiungere la vetta.
Siamo quelli del tutto e subito?
Siamo orgogliosi uomini e donne che pensano solo a sé?

Sto facendo esperienza di vita in questa vita e più mi guardo intorno più non riesco a comprendere, capire e trattenere la risposta a queste domande.

Il mondo è fatto di uomini, gli uomini sono mossi da un pensiero, il pensiero è stimolato da una emozione.
L'emozione nasce da una provocazione, da uno stimolo che colpisce i nostri cinque sensi.
Perché i nostri cinque sensi recepiscano uno stimolo è imprescindibile che qualcuno dia l'input.
L'emozione è il risultato di un rapporto, un rapporto con l'altro.


Tu sei un bene per me recitava uno slogan e nel lasciarmi colpire da questa frase sono andata a fondo, alla ricerca di qualcosa che scricchiolasse.
E se mi è stato immediatamente chiaro il significato, non posso dire lo stesso rispetto alle falle nella applicazione dello stesso.
Sembra quasi esserci un blocco all’uscita, come se il problema fosse gestire proprio quell' output, nient'altro che il risultato di operazioni matematiche che abbracciano ragionamenti logici.
Sembra quasi che siamo così disposti a raggiungere il nostro obiettivo solo fino al punto che questo non implichi l’altro: certo, in quel caso l’altro ci sarebbe, esisterebbe, sarebbe presenza effettiva:
L'altro che si fa presente cosa è per noi?
è una obiezione alla prosecuzione del percorso, un rallentamento su strada!

Allora l’altro non è un bene per me, allora se il mio obiettivo implica l’altro nel percorso significa che il ragionamento è viziato e che è necessario trovare un piano B.

Che tipo di persone siamo?
Cosa desideriamo in fondo?

L’ottenimento del risultato, il raggiungimento di un obiettivo in questo modo certamente risolve una fatica che è la presenza dell'altro.
Ma quanto toglie? Quanto taglia? Quanto impoverisce?
Il raggiungimento di un obiettivo prefissato rispetto a qualsivoglia campo di applicazione è condizione ottimale per il nostro buon vivere.
Eppure non lascia soddisfazione, sembra come se mancasse un pezzo: “è tutto qui? Nient’altro?”.
Non è più sfidante, bello, adrenalinico.

Forse sarà il caso di attrezzarsi per recuperare l’emozione pura, per riprendere in mano le redini del ragionamento, per capire che le cose belle implicano fatica e riempiono completamente.
Sarà forse il caso di recuperare le ragioni per cui pensiamo ed agiamo.
Sarà forse il caso di aprire gli occhi e rallegrarsi per l'incrocio di strade altrui.

Solo così avremo il coraggio per rispondere alla domanda “E tu sei un bene per me?”



Commenti

Post popolari in questo blog

A chi appartieni?

Che differenza c'è tra il gatto e il topo?

I fidanzati si tengono per mano